Mi sembra di capire che la fotografia sta diventando sempre di più qualcosa di personale e intimo.
L’attenzione è sempre più rivolta verso l’essere umano, verso la vita interiore ed emotiva, l’introspezione, l’auto-terapia.
La cosa mi interessa anche perché ultimamente abbiamo assistito ad un abuso di virtuosismo tecnico, troppi paesaggi, troppa fotografia cerebrale ed incomprensibile, tutti modi per fuggire la vita interiore, l’ansia, il dolore universale.
Io cerco di trasformare il mio dolore e quello degli altri in arte.
Quando lavoro ascolto semplicemente quelle che sono le emozioni, i pensieri e le sensazioni fisiche e quello che faccio è solo quello che sento o di cui sento l’impellenza, il che è per altro quello che temo di più.
In questa fase, nello stesso momento, definisco il contesto, la cornice, la luce che voglio vedere in quel preciso momento, ricercando una bellezza semplice ma senza spenderci troppo tempo sopra: la bellezza deve manifestarsi spontaneamente dall’interno
Il mio obiettivo è che gli altri possano vedersi nel profondo attraverso le mie opere e che queste possano essere comprese (non accettate ma percepite) da chiunque, senza che ci sia bisogno di avere una laurea in arte contemporanea.
Sono interessata all’essere umano in tutti i suoi aspetti e il corpo nudo enfatizza l’umanità nei miei soggetti, gli aiuta a rendersi vulnerabili, a entrare in contatto profondo con la vita e la morte, con la loro sessualità o per esempio a riflettere sulla relazione con la propria madre o padre o esperienze che hanno vissuto nell'infanzia e da cui sono stati inconsciamente colpiti.
Tutto questo aiuta l’autenticità dell’immagine proprio perché conterrà una molteplicità di emozioni e problemi tanto da poter costituire uno sorta di specchio per molte persone differenti che riusciranno a ritrovarsi e rivedersi in quell’immagine.
Non ho un approccio particolare e definito.
Dipende molto dal momento e dalla persona che ho di fronte.
Ora sono assolutamente entusiasta di come sono e appaio.
Adesso è essenziale esprimere tutto il terribile, il doloroso, il patetico da cui tutti scappiamo.
È importante trasformare la merda in oro.
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