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a new society

| Progetto fotografico incompleto |
|Fotografia digitale a colori | dal 2016 |

Cosa significa essere consapevoli?

A new society è un progetto fotografico digitale che esplora l'evoluzione della coscienza umana e immagina la creazione di una nuova società unificata. La coscienza viene analizzata attraverso vari livelli: la consapevolezza del mondo circostante, la coscienza di sé come partecipante attivo nel mondo, e un livello più profondo di consapevolezza interiore.

In queste immagini, il feto è rappresentato mentre si sviluppa nella testa anziché nell'addome, un potente simbolo della dissoluzione delle distinzioni di genere nella riproduzione e della democratizzazione della conoscenza. Questa metafora visiva esprime l'emergere di un individuo che supera le limitazioni tradizionali e accede a un nuovo livello di esistenza, caratterizzato da amore, compassione e un'autentica comprensione di sé e degli altri. Questo nuovo essere non reagisce più con negatività, né è influenzato dalla paura o dalla divisione. Al contrario, è guidato dalla unità e dalla consapevolezza intuitiva. Nasce una nuova coscienza collettiva, in grado di riconoscere il proprio potenziale latente e di guidare la costruzione di una società più armoniosa.

 

Questa società immaginata promuove relazioni più sane con se stessi, con gli altri, con la natura e con il pianeta, mirando a un modo di vivere più pacifico e equilibrato. Anche se il progetto può sembrare utopico, invita a riflettere sul potere trasformativo della consapevolezza, della connessione interiore e della crescita personale.

Pianificazione e definizione (Schizzo) di una maschera con feto | A new society | Fotografia concettuale
Pianificazione e definizione (Schizzo) di una maschera con feto | A new society | Fotografia concettuale
Pianificazione e definizione (Schizzo) di una maschera con feto | A new society | Fotografia concettuale

A new society è un progetto fotografico e artistico concettuale attualmente in corso.

Finora, ha portato alla creazione di diverse opere chiave, tra cui la maschera fetale e la figura del bambino, elementi centrali ricchi di simbolismo e profondità artistica. Il processo di progettazione e concettualizzazione è stato lungo ma profondamente gratificante. Vedere idee astratte evolversi in forme tangibili è stata un'esperienza emozionante e trasformativa. Il progetto è stato improvvisamente interrotto, lasciando alcune parti incompiute. Tuttavia, sono determinata a terminarlo, poiché rappresenta molto più di un semplice impegno artistico, riflette un viaggio personale di crescita, sperimentazione e espressione.

Il concetto e il design della maschera fetale e del bambino sono nati dalla mia visione e sono stati portati alla vita grazie alla collaborazione con Samuele Sulas, un artista emergente il cui linguaggio visivo unico e l'approccio simbolico hanno arricchito il progetto in modi profondi.

Lavorare su A new society mi ha spinto ad uscire dalla mia zona di comfort, sfidando i confini della mia pratica artistica. Mi ha portato ad esplorare nuovi materiali, ad affrontare temi concettuali come l'identità, la trasformazione e le costruzioni sociali, e ad abbracciare la creazione collaborativa come parte del mio processo. Non è stato facile, ma è stato significativo. Questo progetto mi ha aiutato a evolvermi non solo come artista, ma anche come persona, insegnandomi ad abbracciare l'incertezza, a prendere rischi creativi e a trovare forza nella collaborazione.

L'individuo | Ritratto posteriore di un uomo che indossa una maschera con un feto | A new society | Fotografia concettuale
L'individuo | Ritratto di un uomo che indossa una maschera con un feto | A new society | Fotografia concettuale

L'INDIVIDUO

Concept | La Madre | A new society | Fotografia concettuale
La Madre | Ritratto di una donna con braccia lunghe e un bambino | A new society | Fotografia concettuale
La Madre | Close-up di una donna madre | A new society | Footgrafia concettuale

LA MADRE

Il personaggio della Madre è allo stesso tempo grottesco, bello e profondamente femminile. Partorisce un bambino che non riesce fisicamente ad abbracciare. Le sue braccia, incredibilmente lunghe e quasi inutilizzabili, ostacolano la sua capacità di muoversi, di agire, di allungarsi verso il bambino. Sta a guardare il parto, incapace di intervenire, di tenere o anche solo sentire il proprio figlio. Sovrastante la scena, il grido disperato del neonato, che anela ad essere tenuto, sostenuto, ma lasciato sospeso in uno stato di bisogno e desiderio non soddisfatti.

Il progetto è iniziato con una semplice domanda: "Come posso rappresentare visivamente la nascita?"

Il primo concetto ha preso forma come uno schizzo a matita, successivamente sviluppato in un disegno dettagliato a inchiostro. Il pezzo finale presenta un abito che incorpora direttamente il bambino nella sua struttura, un grembo simbolico e una barriera allo stesso tempo.

L'abito è stato interamente cucito a mano e il volto del modello è stato intenzionalmente coperto, una scelta fatta per proteggere la sua identità e per amplificare il focus emotivo sul corpo, il gesto e la tragica tensione della scena.

Il bambino | A new society | Fotografia concettuale

IL BAMBINO

Il bambino è simbolicamente intrappolato nel tessuto del vestito della madre, incapace di sfuggire o di trovare connessione.

Il confine tra il bambino e il corpo della madre è sfocato; il bambino sembra emergere o essere inghiottito dalle pieghe del vestito, lottando per trovare il suo posto nel mondo. La forma del bambino è delicata e contorta, come se la sua posizione all’interno del vestito fosse sia scomoda che innaturale. Il gesto di attesa è accentuato dal suo grido silenzioso: "Get me out of here."

Questa potente espressione cattura il suo profondo desiderio di essere abbracciato e curato, ma resta sospeso in uno stato di limbo, incapace di liberarsi dai confini materni. Sebbene fisicamente parte della madre, il bambino è emotivamente distante, incarnando la profonda tensione tra desiderio e incapacità - una metafora per il distacco tra l'istinto di cura e le limitazioni fisiche o emotive.

La tensione tra il corpo della madre e il bambino, sospesa in un momento di connessione non realizzata, spinge lo spettatore a confrontarsi con le contraddizioni della dipendenza, della separazione e con gli spazi inespressi che definiscono le relazioni umane. In una società che plasma ogni aspetto dell'esistenza, queste fratture della connessione diventano il nucleo stesso della nostra esperienza.

La fragilità dei legami - come la vicinanza non sempre si traduca in comprensione o conforto - diventa la riflessione centrale di un mondo che, pur essendo sempre più interconnesso, non riesce a soddisfare i bisogni emotivi più intimi e fondamentali. In questa stasi, ci resta da chiederci: cosa significa davvero connettersi, essere visti e abbracciati, quando anche i legami più stretti e apparentemente naturali non riescono a colmare la distanza tra noi e il mondo?

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