a new society
Progetto ancora in corso di realizzazione | Fotografia 2016
Cosa significa essere coscienti?
Essere svegli: questa definizione implica lo stato di veglia, distinguendolo dal sonno o da altri stati di coscienza.
Essere consapevoli del mondo: In confronto alla prima definizione, questa assume un valore più astratto. Riconosce che si può essere svegli ma comunque ignorare gli aspetti esterni del mondo. Essere consapevoli di sé come un'attore' nel mondo: questo livello di coscienza riguarda l'auto-consapevolezza, ovvero la consapevolezza di sé come individui distinti dagli altri nel mondo.
Nelle mie immagini, il feto è rappresentato come che cresce nella testa invece che nell'addome, simboleggiando l'assenza di una separazione basata sul genere in termini di riproduzione. Nuove conoscenze sono rese accessibili a tutti.
Il nuovo individuo emergente trascende le limitazioni precedenti, ascendendo a un nuovo livello di esistenza caratterizzato dall'amore, dalla compassione e dalla comprensione autentica. Non reagiscono con emozioni negative o alimentano pensieri negativi.
Non c'è divisione; solo unità. Possiedono una comprensione innata.
Nasce una nuova coscienza, capace di riconoscere il proprio potenziale inespresso e di promuovere la creazione di una nuova società. Questa società mira a relazioni più sane con sé stessi, gli altri, la natura e il pianeta, tutto nella ricerca di uno stile di vita più empatico e pacifico. Tuttavia, potrebbe essere percepita come una visione utopica.
Il progetto, intitolato A new Society, è ancora in corso. Finora ha portato alla creazione di diversi elementi, tra cui la maschera del feto, il vestito che indossa la madre e il bambino. Il processo di progettazione e concezione è stato lungo, ma appagante. Vedere le idee prendere forma è stato emozionante. Purtroppo, il percorso si è interrotto bruscamente, lasciando il progetto incompleto. Tuttavia, sono determinata a portarlo a termine, perché rappresenta per me molto più di un semplice lavoro artistico.
L’idea e il design della maschera del feto e del bambino sono nati da una mia visione e hanno preso vita grazie alla preziosa collaborazione con Samuele Sulas, un artista sardo poco conosciuto , il cui stile unico e il profondo simbolismo hanno arricchito enormemente l’opera. Lavorare a questo progetto mi ha portato fuori dalla zona di comfort, mettendo in discussione me stessa e il mio approccio creativo. È stata una scoperta personale e artistica, che mi ha spinto a esplorare nuovi temi, a lavorare con materiali sconosciuti e a confrontarmi con nuovi metodi di espressione. Non è stato facile, ma è stato trasformativo.
L'INDIVIDUO
LA MADRE
Il personaggio della Madre è grottesco, bellissimo, femminile.
Dà alla luce un bambino che non è in grado di abbracciare. Le sue braccia, lunghissime e quasi inutilizzabili, la rendono incapace di muoverle o usarle. Così, assiste alla nascita senza poter intervenire, senza poter abbracciare o sentire il proprio bambino. Sopra la scena compare la scritta "Get me out of here", che rappresenta il grido disperato del bambino, desideroso di essere accolto e sostenuto, ma che rimane lì, in attesa della propria madre.
L’idea iniziale era quella di "trovare un modo per rappresentare la nascita" integrando il bambino nell’abito. Questo concetto è stato sviluppato inizialmente con uno schizzo su carta, seguito da un disegno a china. L’abito è stato cucito interamente a mano, mentre il volto della modella è stato coperto deliberatamente per garantire discrezione e mettere in risalto la drammaticità della scena.
IL BAMBINO
Il bambino è incorporato nell'abito della madre, simbolicamente intrappolato nel tessuto del suo essere, incapace di sfuggire o di trovare connessione. Non c'è una chiara separazione tra il bambino e il corpo della madre; il bambino sembra emergere o essere inghiottito dalle pieghe dell'abito, come se stesse lottando per trovare il proprio posto nel mondo. La forma del bambino è a metà, delicata ma contorta, come se la sua posizione all'interno dell'abito fosse scomoda e innaturale. Il gesto di attesa è amplificato dal suo grido silenzioso, "Get me out of here," una potente espressione del suo desiderio di essere tenuto e curato, ma lasciato in uno stato di limbo, incapace di liberarsi. La forma del bambino, sebbene fisicamente parte della madre, è emotivamente distante, incarnando la tensione tra il desiderio e l'incapacità.
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