Questa domanda certamente aprirà un vuoto, un intervallo.
Se prevarrà la paura, si farà un passo indietro e non si vorrà entrare nell'abisso. Ma quel vuoto presto o tardi si ripresenterà, richiamandoci a sé. Quel richiamo viene da dentro, è la parte più profonda di noi.
Se non l'ascoltiamo, ci tagliamo fuori dalla nostra vita.
A molti succede di chiedersi - chi sono io? - in un momento di crisi. Stranamente questi sono i momenti migliori in cui ci sono ottime possibilità di aprirsi a conoscere se stessi oltre ciò che abbiamo creduto o percepito di noi sino a quell'istante.
Cosa è una crisi?

Crisi significa rottura, e ciò che viene a infrangersi è un'immagine di sé, che ci aveva sostenuto fino a quel momento. Perciò ci sentiamo spiazzati e soffriamo emotivamente.
Ma questa è l'occasione buona per chiedersi: "Chi sono io?"
Il vedere dileguarsi una parte di noi sotto i nostri occhi ci aiuterà a comprenderci meglio. Siamo oltre quella identità che ci eravamo costruiti, acquisiamo una maggiore consapevolezza del nostro essere.
Tutti aspiriamo consciamente o inconsciamente ad essere qualcuno.
Ammiriamo chi ha il coraggio delle proprie idee, chi si distingue per una qualche ragione, manifestando il proprio ingegno creativo e andando controcorrente. Vorremmo anche noi essere così, ma quale prezzo siamo disposti a pagare? Cosa siamo disposti ad affrontare con noi stessi?
Chi raggiunge qualcosa di significativo, chi si autorrealizza, chi fa la differenza nel mondo, ha testimoniato qualcosa di originale.
Originale è qualcosa che ha a che fare con la tua origine: il pregio di tutte le grandi opere è la diretta connessione con l'origine da cui provengono: l'individuo che le ha create. Esse mostrano l'unicità, il contatto con il divino. Come unico e divino è il loro creatore, nella sua identità essenziale.
Noi tutti vorremmo essere creatori originali, ma siamo così occupati ad essere "normali", da investire le nostre energie nello stare nella norma.
E poi ci lamentiamo che la nostra vita è piatta e che ci annoiamo, e non sappiamo che fare di noi stessi: per forza, non cerchiamo l'avventura, nemmeno quando apparentemente ci vantiamo di essere anticonformisti!
Lo siamo nella forma, non nella sostanza!
Il prezzo da pagare per essere qualcuno, è l'accettazione di essere completamente se stessi, con tutto ciò che comporta. Per essere te stesso devi però conoscerti. E non puoi conoscerti a fondo se non sai chi sei.
Dunque di nuovo la domanda - chi sono io?
Il prezzo da pagare per essere qualcuno è essere soli emotivamente. Non è solitudine, è l'inizio dell'amore vero.
È rinunciare alle emozioni che ci legano alle false identità, alla falsa immagine che siamo pronti a mostrare in diverse occasioni. Sia emozioni positive che negative, che normalmente scambiamo per noi stessi, ma non sono chi siamo.
Quella energia che sprechiamo in quelle emozioni può fluire nel progetto creativo, nella auto-realizzazione.
È energia che ci serve per dare vita a noi stessi.
È morire a quel mondo delle relazioni conformiste che ci tengono intrappolati in schemi di proiezione per cui siamo costantemente spinti a recitare una parte.
Ancora la domanda - Chi sono Io? - che non ci lascia soli.
Una volta che sai chi sei, ti riconosci da te.
Inizi a riconoscere la tua vera natura, la rispetti, la segui.
Non hai più bisogno del riconoscimento altrui, non cerchi più fuori di te ciò che non sai dare a te stesso.
Chi sono io? .... è l'unica domanda che vale la pena farsi nella vita, scavare dentro se stessi con tutte le proprie forze, ma è un lavoro non semplice svolgere da soli poiché richiede un contatto diretto con se stessi.
Mi sono scoperta attraverso la fotografia, ho toccato la mia merda in ogni senso. E so che ho ancora tanto da scoprire. Ma ora sono più serena. La fotografia è stato quel mezzo che mi ha dato l'opportunità di aprirmi a nuovi mondi. Le foto scattate da me agli estranei, a sconosciuti, mi hanno permesso di razionalizzare attraverso le immagini il dolore che sentivo dentro di me.
Come osservatore di me stessa, mi sono vista disperata, completamente persa, alla ricerca di amore, coraggio, accettazione.
L'ansia mi faceva sentire irrequieta, incerta, vulnerabile, intrappolata, senza fiato, sull'orlo di una terribile crisi di nervi. Ho sofferto di attacchi di panico. Mi venivano in piena notte. Il cuore batteva all'impazzata, avevo i tremori, sudorazione fredda, sensazione di soffocamento, pensavo che sarei morta. Perdevo il contatto con la realtà e con me stessa. I miei pensieri erano lì a farsi sentire e pian piano mi stavano distruggendo. Dovevo trovare un modo per distrarmi. All'inizio non capivo cosa fosse, non ne ero consapevole. Poi ho capito che si chiamava attacco di panico e che dovevo ri-connettermi con me stessa ... per calmarmi.
Avevo paura di morire. Gli attacchi di panico sono esperienze tremende, che fanno stare terribilmente male, e che a loro volta suscitano un'angoscia anticipatoria. Non riuscivo a respirare.
Avevo paura della paura. "Non voglio più che accada questa cosa" - mi dicevo.
In piena notte telefonavo ad un mio amico, avevo bisogno di pensare ad altro. Dovevo portare l'attenzione su qualcosa di reale, sul presente. Quei pensieri falsi, creati da una mente preoccupata mi correvano dietro senza mai fermarsi e mi ingannavano. Mi dicevano cose che non esistevano e io li riversavo fuori di me, nella realtà circostante trasformandola in un incubo. Non riuscivo a vedere la verità, non riuscivo a osservare la mia mente, non riuscivo a vedere il dolore che mi apparteneva separato da me.
Da lì inizia un processo di auto-conoscenza di se stessi.
Individuarsi è aprirsi a una confidenza con se stessi che prima non era possibile fare.
Realizzi che conoscere te stesso, è la vera conoscenza che non solo ti mette a contatto con te stesso ma ti fa anche comprendere l'altro.
Il volgersi verso il mondo avrà un sapore diverso, perché ti connetterai alle cose con maggiore rispetto.
Il prezzo da pagare per essere qualcuno, è scoprire di essere nessuno.
Poi ho letto I semi di saggezza di Osho.
Un messaggio favoloso, che voglio condividere con voi:
Ero solito chiedermi:"Chi sono Io?
È impossibile contare quanti giorni e quante notti ho passato a pormi questa domanda. L'intelletto mi dava delle risposte sentite da altri o frutto di condizionamenti. Erano tutte parole prese a prestito, senza vita e per niente appaganti. Risuonavano in superficie e poi scomparivano. L'essere interiore non ne era toccato. Nessuna eco veniva udita in profondità. C'erano molte risposte a quella domanda, ma nessuna era corretta, e io non ne venivo toccato: nessuna riusciva a elevarsi fino al livello della domanda.
Poi capì che la domanda veniva dal centro, mentre le risposte toccavano solo la periferia.
La domanda era mia, ma le risposte venivano dall'esterno, la domanda sorgeva dal mio essere più profondo, le risposte erano imposte dall'esterno.
Questa intuizione divenne una rivoluzione e una nuova dimensione fu rivelata.
Le risposte dell'intelletto erano prive di significato.
Non avevano alcuna attinenza con il quesito. Era stata fatta a pezzi un'illusione. E che sollievo fu!
Era come se una porta fosse stata spalancata, riempendo di luce il buio. Era l'intelletto a dare le risposte; l'errore era questo. E a causa di queste false risposte la vera risposta non poteva sorgere. Qualche verità stava lottando per emergere; nella profondità della consapevolezza qualche seme stava cercando di aprirsi un varco verso la luce. Era l'intelletto l'ostacolo. Quando questo fu chiaro, le risposte cominciarono a diminuire. Il sapere acquisito dall'esterno cominciò ad evaporare. La domanda andò ancora di più in profondità. Io non feci niente, continuai soltanto ad osservare. Qualcosa di insolito stava accadendo. Ero senza parole. Cosa potevo fare? Al massimo ero un semplice testimone. Le reazioni della periferia si affievolivano, morivano, diventavano inesistenti. Ora il centro cominciava a risuonare in modo più completo. 'Chi sono io?'. Tutto il mio essere era scosso da questa sete. 'Chi sono io?'. La sorpresa fu che l'intelletto era completamente silenzioso. Non c'era più l'incessante flusso di pensieri. Cosa era successo? La periferia era completamente silenziosa. Non c'erano pensieri, non c'erano condizionamenti del passato. C'ero solo io e c'era anche la domanda. No, no, ero io la stessa domanda. E allora l'esplosione ...
In un attimo tutto fu trasformato. La domanda era caduta. La risposta era arrivata da qualche dimensione sconosciuta.
La verità ci raggiunge con un'esplosione improvvisa, non gradualmente. Non la si può costringere ad apparire. Arriva. Il vuoto è la soluzione, non le parole. Diventare senza risposte è la risposta. Qualcuno ieri ha chiesto, e ogni giorno qualcuno di voi chiede: "Qual'è la risposta? Se ve la dico, non ha significato. Il suo significato si trova nel coglierla da soli.
#ConoscenzaDiSé #Identità #AutoRiflessione #SaggezzaInteriore #TrasformazionePersonale #Osho #CrescitaEmotiva #Ansia #Autenticità #LoredanaDenicolaBlog #riflessione #Osservazione
Comments