Nel mondo in cui viviamo, spesso diamo per scontato che ciò che percepiamo sia la realtà, ma quanto ciò che crediamo corrisponda effettivamente alla verità?
© Robert Mapplerthorpe, I love his photography work
Questa storia ci offre un'opportunità per esplorare le sfumature della percezione e della comunicazione umana.
Quattro persone, due uomini e due donne, si sono ritrovate in un ufficio per un incontro di lavoro. Questi individui non si erano mai incontrati prima, eppure erano destinati a condividere questa esperienza. Ciascuno di loro aveva le proprie aspettative, preoccupazioni e paure riguardo a ciò che avrebbe potuto accadere durante quell'incontro.
Il primo elemento fu il ritardo di uno di loro. Questo evento scatenò immediatamente una serie di reazioni nella mente dei partecipanti.
Uno di loro, il ragazzo che aveva paura di esprimere le proprie idee, incolpò il suo ritardo per l'eventuale insoddisfazione della donna silenziosa. Cercò di trovare spiegazioni a questa situazione, convinto che fosse il motivo per cui questa donna aveva deciso di restare in silenzio.
La ragazza che era timida nell'esprimere le proprie idee ebbe le sue paure e insicurezze. Temeva che gli altri tre partecipanti la considerassero una persona svampita, attratta solo dall'aspetto fisico ma priva di contenuti mentali significativi. Questa convinzione le impedì di partecipare attivamente alla discussione, poiché si sentiva giudicata.
La donna silenziosa, nel frattempo, aveva le sue convinzioni. Credeva che gli altri tre partecipanti la guardassero dall'alto in basso a causa della sua appartenenza a una classe sociale inferiore. Questa percezione la bloccò e la rese restia a condividere le sue opinioni e le sue idee.
L'ultimo partecipante, il ragazzo che non si sentiva a suo agio, era convinto che gli altri lo trovassero noioso e poco interessante. Questa convinzione lo fece sentire a disagio e nervoso durante l'incontro, rendendolo incapace di esprimere liberamente le sue idee.
Tuttavia, una volta terminato l'incontro, iniziarono a riflettere su quanto era accaduto. Realizzarono che ciascuno di loro aveva vissuto l'esperienza con le lenti delle proprie insicurezze e convinzioni. La realtà dell'incontro era molto diversa da ciò che avevano immaginato.
Cosa avevano imparato da questa esperienza?
Si resero conto che tutti e quattro avevano vissuto una mancanza di fiducia in se stessi per lo stesso motivo: avevano percepito erroneamente la realtà. Ognuno di loro aveva lasciato che le proprie paure e insicurezze influenzassero la loro percezione dell'incontro.
Questa storia ci ricorda quanto sia importante essere consapevoli delle nostre convinzioni e delle nostre insicurezze quando interagiamo con gli altri. Spesso, ciò che pensiamo non è la realtà oggettiva, ma una proiezione delle nostre paure interiori. Osservare la nostra mente e le nostre percezioni può aiutarci a comprendere meglio noi stessi e a comunicare in modo più efficace con gli altri.
di Loredana Denicola
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